E' l'iniziativa della casa francese per rilanciare il tema tra i più
giovani, i primi a pagare un pesante tributo di sangue alla strada
Renault Safe and sound
Operazione 'Sicurezza per tutti'
di DANIELE SPARISCI
"Vado dolcemente e non rischio niente, manca poco e poi sarai tu per sempre. Sulla strada voglio vivere!" intona Neffa dal palco del Rolling Stones di Milano". Un bicchiere dopo l'una e ti saluta la fortuna" rispondono gli R Boy, e ancora "Raga! la vita è un dono eccezionale! rinnovato il tagliando come volevi tu e non manca certo il bollino blu" tuona Roberto Curci, tra i tanti cantanti emergenti coinvolti nella seconda edizione del Safe and sound, organizzato da Renault per rilanciare il tema della sicurezza tra i più giovani, i primi a pagare un pesantissimo tributo di sangue alla strada.
L'iniziativa rientra nell'ambito del programma internazionale "Sicurezza per tutti", lanciato nel 2000 in 15 paesi con la partecipazione di 5 milioni di studenti.
Rap meccanici, hip-hop sornioni, testi che risuonano un po' forzati ma diretti, rock melodici che invitano alla prudenza, e pure il videoclip del padrino della manifestazione, Neffa, una sorta di decalogo su come si dovrebbe guidare.
"Il messaggio passa attraverso l'arte" - spiega il cantautore - "le canzoni funzionano sicuramente meglio di cifre, statistiche e altri messaggi da brivido".
Non basta una canzone a fermare la strage così come non bastano testi violenti a spiegare atroci delitti, ma la campagna Renault con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti invita comunque a far riflettere sulla gravità della faccenda.
Delle 7 mila vittime ogni anno in Italia , il 25% ha un'età compresa tra i 15 ed i 25 anni, mentre sono 25.000 i ragazzi coinvolti in incidenti stradali. Cifre spaventose. In Europa la strada è la principale causa di mortalità per le persone sotto i 45 anni, una tragedia con costi sociali insostenibili stimati a 160 miliardi di Euro l'anno, cioè il 2% del Pnl dell'Unione. Non è un caso se insieme alle istituzioni anche i costruttori, che sebbene facciano della sicurezza un formidabile strumento di marketing, investano budget sempre più ingenti, come la Renault, appunto, che stanzia 100 milioni di Euro ogni anno, cioè il 6% della Ricerca e dello Sviluppo, per mettere appunto dispositivi di protezione aggiornati.
Tutti i giorni nel centro tecnico di Lardy sono "sacrificate" in crash test una dozzina di vetture dotate di 70 sensori da cui si ottengono preziose informazioni. I risultati si vedono al test Euroncap: ben sette modelli possono sfoggiare le cinque stelle, cioè il massimo del punteggio.
Ma è il fattore umano ad essere al centro. Conoscerlo significa perfezionare i sistemi di sicurezza attiva e passiva. E' questo il compito del LAB (laboratorio d'Incidentologia, Biomeccanica e studi sul comportamento umano) creato dai francesi nel 1969. Qui sono raccolti i dati di 11mila auto incidentate, di 19mila automobilisti coinvolti e di 50 mila lesioni identificate. Tanti anni di studi portano ad un'unica indiscutibile certezza, che il conducente è sempre il principale responsabile della sicurezza.
Dalle simulazioni è anche emerso che spesso chi guida, in caso di arresto brusco, non preme a fondo il pedale del freno, e da qui nasce il sistema di assistenza alla frenata di emergenza. Persino un libro o una semplice rivista poggiata sul cruscotto può diventare un'arma letale: si calcola che a 100km/h 250 grammi corrispondano ad un proiettile sparato da una calibro 6.
E non tutti sanno che per smaltire 0.5, grammi di alcol, il limite consentito dalla legge, ovvero due bottiglie di birra da 33cl o due bicchierini di whisky, servono cinque ore, ma riflessi rallentano subito: per fermarsi viaggiando a 100km/h si impiegano 20 metri in più di quando si è sobri, mentre se l'alcol aumenta fino a 0.8 grammi il rischio di incidente è quadruplicato.